Forse scrivendo queste considerazioni in Italiano, e partendo quindi dal presupposto di rivolgermi ad un pubblico Italiano, queste mie riflessioni non saranno molto utili. Principalmente per il fatto che quella di migrare da un nido all’ altro non e’, secondo le miei statistiche personali ed assolutamente non ufficiali o attendibili, un’ attività che noi Italiani siamo culturalmente abituati a fare più di due o tre volte nella vita. Ne consegue che quando questo spostamento accade si tratti di un evento talmente epico in proporzioni fisiche e spirituali che non credo delle semplici parole rassicuranti possano alleviarvi da un simile carico. Tuttavia, avendo vissuto da cinque anni a questa parte nel paese Europeo principe nell’ usanza degli affitti (e quindi dei traslochi) che e’ l’ Inghilterra, mi sento di avere le competenze necessarie per elargire qualche consiglio in merito. Con ben otto traslochi alle mie spalle, ecco quello che ho imparato:
1) When in doubt throw it out (nel dubbio, buttalo)
Questa e’ un’ inestimabile perla di saggezza traslochiana ricevuta da una mia amica Californiana.
Ridurre la quantità di oggetti di varia natura da spostare e’ un passaggio che non solo vi fara’ risparmiare tempo e forze ma vi dara’ anche un’ ottima scusa per andare a fare shopping una volta giunti a destinazione.
Se proprio vi disturba lo spreco connesso a questo crudele sistema di eliminazione, potete sempre creare una valigia/area/ammassamento da far vagliare da amici e parenti che possano essere interessati a tali ricchezze. Il che mi porta al secondo punto.
2) Fatevi aiutare da qualcuno
Traslocare e’ sempre deprimente, qualunque siano i motivi e la destinazione. Secondo solo al lutto in quanto ad incidenza traumatica sull’ animo umano, il trasloco metterà a dura prova anche i piu’ mentalmente stabili. Cercate di non farlo da soli ponderando sulla storia di ogni oggetto impacchettato.
Ma più di ogni cosa traslocare e’ faticoso, fisicamente. Trovatevi un amico muscoloso e offritegli una pizza in cambio di un pomeriggio di ‘palestra’ gratis.
3) Cercate di divertirvi
Per quanto traumatica possa essere, quella del trasloco e’ pur sempre un’ esperienza catartica e quindi in un certo senso anche gioiosa e liberatoria. Una parte di me segretamente assapora con avidità la possibilità di avere una scusa per eliminare il superfluo. Quindi mettete su la vostra musica preferita e cantate a squarcia gola mentre vi liberate finalmente dei porta candele simil barocchi in finto oro ricevuti tre Natali fa
4) Abbandonatevi al chaos
L’ operazione relativa alla suddivisione dei vostri possedimenti in ‘tenere/dare via/ buttare’ iniziera’ con i migliori propositi di mantenere una calma ed ordine spaziale degno dei più puri dogmi del feng shui. Ma presto ogni singola stanza della vostra casa assumerà le sembianze della scena dell’ inseguimento nel centro commerciale dei ‘Blues Brothers’. E non potrebbe essere altrimenti, questo passaggio e’ fondamentale al processo di catarsi del trasloco per farvi rinsavire dalla smania di conservare ogni cosa, e riportarvi al mantra originale: when in doubt, throw it out.
E per concludere, soprattutto se vi state trasferendo all’ estero, portatevi l’ essenziale secondo Toto’: vino, mutande, pane, caciotta e pasta.